Costellazioni e sistema gemellare – Metodo Freni®

Quando nel 2016 consegnai il primo libro alla casa editrice, sapevo già che introdurre il Sistema Gemellare all‘interno del mondo delle Costellazioni Familiari avrebbe cambiato profondamente l‘approccio metodologico. Allora non ero pronta ad accogliere la responsabilità che le mie osservazioni avrebbero comportato. Così avevo preferito non inserire quello che si delineava chiaramente con ogni Costellazione Gemellare: il nesso tra la qualità della vita intrauterina e il conseguenziale irretimento nel sistema familiare.

Questo libro racconta gli ultimi 10 anni di studi e lavori esperienziali di Costellazioni e Sistema Gemellare e le conferme ricevute dalle mie intuizioni durante l’applicazione pratica del mio metodo.

Bert Hellinger che nel 2014 a Milano ebbe modo di vedere uno squarcio del mio lavoro, allora mi disse: “È una dimensione immensa.” Per me rimane un miracolo quello che Bert ha osservato e formulato negli Ordini dell’Amore e nelle Diverse Dimensioni delle Coscienze, senza conoscere il Sistema Gemellare. Ogni singolo passaggio del mio lavoro è la conferma del suo genio e del suo insegnamento. Diverge il campo d’applicazione: il Campo Morfogenetico del Sistema Gemellare è antecedente al campo morfogenetico del sistema familiare e a tutti gli altri sistemi ai quali la persona aderisce successivamente nella vita. Conseguentemente, è la qualità del vissuto intrauterino la base di partenza di ogni futura esperienza vitale. Il Sistema Gemellare è il Primo Sistema Sociale e d’Appartenenza. Tutte le prime esperienze relazionali si svolgono all’interno della sacca di liquido amniotico e rapportandosi dalla propria a tutte le altre sacche compresenti nel utero materno. I primi approcci, le prime interazioni, le prime comunicazioni, i primi ‘abbandoni’ fungono così da matrici relazionali per tutti i legami successivi. E naturalmente è la qualità delle relazioni intrauterine a determinare l‘irretimento familiare del quale ci faremo carico.

Risulta pertanto evidente che i movimento dell’anima e dell’amore cieco che osserviamo nelle costellazioni familiari sono i movimenti verso i nostri fratelli gemelli ‘scomparsi’, ovvero, nelle costellazioni familiari emergono le interazioni e i movimenti verso i nostri fratelli gemelli, che successivamente ripetiamo verso i sostituti gemelli del nostro sistema familiare e in tutti i sistemi successivi ai quali ci approcciamo durante la nostra vita in ambito intimo, familiare, sociale, professionale, spirituale. I movimenti interrotti che vediamo durante le costellazioni sono i movimenti interrotti – sospesi – verso i nostri fratelli gemelli nel momento della loro scomparsa. Così, l’amore cieco non è cieco, è inconscio – se definiamo ‘inconscio’ come la mancanza della consapevolezza che solo la corteccia cerebrale può dare attraverso una chiara elaborazione delle informazioni che riceve ancorata ad un’immagine univoca impressa nella nostra memoria.

Il nostro amore non è cieco. Sa esattamente a chi si rivolge e investe tutte le sue energie affinché l’amore possa compiersi.
È la nostra mente ad ‘essere cieca’, a non avere immagini, a farci brancolare nel buio, a non comprendere il destinatario del nostro amore. La nostra corteccia cerebrale non era ancora formata e funzionante quando c’erano le nostre prime matrici relazionali: gli organismi embrionali compresenti nello spazio fisico dell’utero materno, ovvero, i nostri fratelli gemelli. Integrando consapevolmente il vissuto intrauterino, prendiamo consciamente il nostro posto all’interno del nostro Sistema Gemellare, e solo così prendiamo il nostro posto in ogni altro sistema successivo e nella vita.

Nella nostra corteccia cerebrale non ci sono immagini di quelle prime esperienze di vita. È il nostro corpo – la memoria cellulare, il nostro animo, le nostre sensazioni ed emozioni – a detenere tutte le informazioni necessarie a guidare i nostri movimenti, affinché possiamo tornare sempre lì, alle circostanze nelle quali il legame si è interrotto: ‘ciecamente’ mettiamo in atto una catena di avvenimenti che sono una ‘coazione a ripetere’ lo stesso percorso per tornare al momento prima del movimento interrotto, come se, continuando a ripetere le stesse azioni, potessimo scongiurare un finale diverso. In questo sì che siamo ciechi: Sbagliamo l’interlocutore mettendo in atto una dinamica sostitutiva.

Durante il mio lavoro con le Costellazioni Gemellari emerge come il nostro corpo prenda il suo posto nello spazio attraverso gli organi sensoriali che sondano ininterrottamente gli stimoli nell’ambiente circoscritto, cioè dentro i confini più prossimi della sacca amniotica e quelli più ampi dell’utero materno. All’interno di questa raccolta ininterrotta e indiscriminata di informazioni tutti i ‘fattori’ fisici compresenti acquisiscono la valenza di coordinate per una mappatura corporea che permette all’organismo di orientarsi nello spazio nel quale è inserito. Più le coordinate rimangono stabili ad ogni passaggio delle ‘sonde sensoriali’, più lo spazio diventa familiare, abitudinario, di ‘routine’. Questo permette all’organismo di percepirsi al sicuro, fiducioso che non debba sprecare energie vitali, allertato e nel controllo costante di variabili che spezzano la routine e che potenzialmente possano risultare un pericolo per l’organismo.

Il nostro corpo funziona quindi attraverso la mappatura cerebrale dello spazio all’interno del quale è inserito. In quest’ottica gli altri organismi embrionali compresenti assumono la valenza di punti cardini all’interno della mappa. Questo spiega molto bene lo stato di sospensione, di smarrimento, alla loro scomparsa, fino alla perdita completa della fiducia nell’ambiente – la propria sacca – e in se stessi – confinati nell’impossibilità di trattenere i fratelli gemelli.

Il trauma gemellare non è quindi costituito dalla scomparsa dei gemelli, ma dal fatto che la mappatura interna al copro del Sopravvissuto – l’infrastruttura creatasi attraverso percorsi nervosi, neurali – rimane intatta. Il Gemello Superstite semplicemente non trova più conferme nell’ambiente circostante per il suo mondo interiore basato sulla presenza dei punti cardini di riferimento: i giusti interlocutori.

Gli altri organismi embrionali rappresentano lo spazio costellato, punti di riferimento per la mappatura interna alla quale il Sopravvissuto si orientava sentendosi parte e al Suo posto nel tutt’uno. Ed è questa mappa a spingere il Sopravvissuto a ricercare interlocutori nuovi per ricreare le costellazioni originarie: il Sostituto Gemello permette al Sopravvissuto di riconoscersi ricreando sempre lo stesso spazio – la sacca, le sacche, l’utero – ripercorrendo sempre le stesse matrici relazionali – fratello grande, fratello piccolo, nel mio sistema, fuori dal mio sistema.

In altre parole, non interagiamo con le persone che incontriamo nella vita, ma reagiamo solo ad alcune delle loro caratteristiche riconducibili ad esperienze già apprese dentro il nostro Sistema Gemellare in utero. Così noi rimaniamo fedeli a noi stessi, ci riconosciamo attraverso le nostre percezioni, ci sentiamo sicuri e ‘nel giusto’. L’altro, il Sostituto Gemello, deve invece cambiare, essere diverso, per adattarsi meglio alle nostre esigenza di corrispondenza tra matrice originale e interlocutore errato, l’amore cieco, appunto.