Ieri al rientro da Avila verso Madrid ho ascoltato parte di una conversazione sul trauma e della definizione di trauma come energia congelata nel corpo.
In base alla mia osservazione questo dell’energia congelata nel corpo è una conseguenza. Non è il trauma in sé.
Io ho osservato che
a) il trauma è legato agli organi sensoriali;
b) se il trauma non ha basi intrauterine può essere nominato, trattato, curato e guarito;
c) se ha basi intrauterine, l’evento traumatico esterno fa da trigger, in quanto conferma una matrice intrauterina che, in mancanza di corteccia, non si riesce a indicare consapevolmente. Non può essere integrata senza l’ausilio del vissuto intrauterino nel Sistema Gemellare. Il cliente non risolve e torna ciclicamente nella re-traumatizazione.
Il trauma come si forma?
ImmaginateVi di stare in un ambiente.
Qui gli organi sensoriali stimolati raccolgono le informazioni e li portano dentro il corpo in un costante scambio di comunicazioni tra dentro e fuori. È questo il modo in cui gli organi sensoriali verificano costantemente se il corpo sta bene nell’ambiente in cui si trova e se necessita qualcosa – per esempio attraverso la sensazione di fame e sede, di caldo e freddo.
Se le variabili nell’ambiente rimangono stabili, si crea una routine.
Nella routine siamo rilassati e respiriamo fluidi nel prendere e dare.
Se nell’ambiente accade un qualcosa che interrompe la routine, gli organi sensoriali si bloccano smettendo di portare informazioni dentro il corpo per evitare un “sovraccarico di simulazioni non più processabili”, per poi concentrarsi tutti – gli organi sensoriali – sul fattore di disturbo. Tanto più forte il disturbo, tanto più febbrile la decodificazione.
Individuato il fattore di disturbo e la sua gravità, piano piano si assiste al fenomeno della resilienza. Cioè gli organi sensoriali integrano i fattori nuovi dentro lo scambio d’informazione tra fuori nell’ambiente e dentro il corpo fino a stabilire una nuova routine. La nuova routine può essere di una qualità peggiore, ma il corpo si orienta nuovamente stabilmente dentro questa nuova routine. Come gli ebrei nei campi di concentramento che vivono comunque una routine quotidiana.
Il trauma per il corpo è l’interruzione della routine.
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